Dialogo tra fumetti e letteratura al festival bolognese.
Si è svolta dal 2 al 6 marzo 2011 a Bologna la quinta edizione di BilBOlBul, la grande rassegna dedicata al mondo dei fumetti, curata dall’associazione culturale Hamelin.
La rassegna dedica una grande retrospettiva a un maestro del fumetto contemporaneo, José Muñoz. Uno dei focus dell’edizione è il dialogo tra fumetto e letteratura nell’ambito del quale sono previsti gli incontri con Igort su Chandler e con Davide Toffolo su Pasolini.
«La graphic novel sarà importante anche per definire alcuni dei problemi legati all'e-book, come la questione del diritto d'autore» spiega Edo Chieregato, dell'associazione culturale Hamelin. Chieregato cita tra gli anticipatori Pratt, Crepax, «Il poema a fumetti» di Dino Buzzati.
Proibito illustrare è la parola d'ordine di Igort (anche lui tra i 150 artisti presenti a BilBOlbul 2011), uno dei maestri del fumetto italiano che con Parola di Chandler (l'antologia delle lettere dello scrittore pubblicata da quella Coconino Press di cui Igort è direttore editoriale) ha lanciato la sfida di «riportare alla luce i grandi testi della narrativa, attraverso la doppia dimensione delle parole e delle immagini».
«La graphic novel - spiega - è un modo senza trucchi e senza scorciatoie per ritrovare capolavori dimenticati». Ci vogliono sei pagine di una graphic novel, di un romanzo a fumetti cioè, per farne una di una storia scritta. Sognando di far diventare fumetto certe piccole storie noir di Jim Thompson, Igort guarda a Chandler e Hammett , alle foto di Wegee e ai quadri di Hopper.
Ad affascinare Davide Toffolo (disegnatore e musicista) è stato invece «il metodo sempre critico verso la realtà di Pasolini» a cui ha dedicato appunto la sua graphic novel (Pasolini, Coconino Press). Nei fumetti di Toffolo ci sono anche altre suggestioni: dal Calvino di Palomar (per Il re bianco) alle tavole di Magnus (non tanto quelle di Alan Ford, quanto piuttosto quelle dello Sconosciuto). Le Mostre
Ma BilBOlbul celebra stavolta soprattutto un maestro come l'argentino José Muñoz e una «giovane» come l'italiana Vanna Vinci. A loro sono dedicate due grandi mostre allestite al Museo archeologico (in tutta Bologna saranno 37 le esposizioni, suddivise in 52 spazi).
«Come la vita...» descriva il mondo del detective Alack Sinner (concepito da Muñoz con Carlos Sampayo) e dei suoi «grandi predecessori» (Sam Spade, Philip Marlowe e così via). Muñoz annuncia che presto si dedicherà allo Straniero di Camus e rivela la sua passione segreta: «Illustrare un dizionario, per raccontare le storie delle parole».
Anche nel lavoro «analitico e selvaggio» di Vanna Vinci, la sua mostra è «Sulla soglia» si ritrovano numerosi rimandi letterari (Henry Miller, Lussu e Slataper, soprattutto per il personaggio di Aida) oltre a quelli prettamente visivi (specie per il recente Gatti neri, cani bianchi, Kappa edizioni) a cominciare dalla Monica Vitti de L'Avventura. I suoi sogni? «Illustrare Scott Fitzgerald e magari un saggio».
C’è un futuro per la graphic novel al tempo dell'ebook? «Forse è quello indicato da David Hockney, che le sue ultime opere le ha realizzate direttamente sull'iPad».